13 marzo 2014

Una rondine a Lipica

Primo giorno a Lipica, una middle che come spesso capita da queste parti ci sta sul palmo di una mano, ma in quel palmo ci stanno innumerevoli buche e muretti. C'è anche parecchio verde, anche se poi in gara si capirà che non è poi così verde. C'è tanta gente, il cielo è azzurro, la temperatura magnifica, il gruppo del Trentino "Junior" Team è ben assortito, mi ricordo persino di accendere il GPS per tempo: è tutto talmente bello che sarebbe un peccato rovinarlo con una garaccia.

L'idea sarebbe di partire prudente, ma le gambe non sembrano averne tanta voglia, e ci sono troppi riferimenti chiari per perdermi andando alla 1 e pentirmi del giovanile ardore. Una decina di secondi più lento di GPM, ma ragionevolmente sicuro, e stessa cosa sulla 2 che non è molto distante. Per la 3 si attraversa una suggestiva steppa e tendo ad andare un po' troppo a nord, ma la lanterna è posata gentile e si vede da lontano. Per la 4 basta aggirare la buca e seguire le due rientranze, la cosa piacevole e sorprendente è che leggo il terreno come da queste parti non mi è mai successo,  8'' più lento di GPM, ma è tutto grasso che cola.

La 5 è quasi banale, facendosi aiutare dal sentiero e attaccando dall'angolo del muretto, ma il primo tempo di tratta, con 14'' di vantaggio su Stockmayer (che l'anno scorso è arrivato secondi in classifica generale) e 6'' su GPM, qualcosa vuol pur dire. Il bosco continua ad essere per me un libro aperto e arrivo in un amen alla buca verde nei dintorni della 6. Solo che invece di puntare la bussola vado un po' a naso e finisco nella buca sbagliata. Mi riprendo subito, ma mi gioco mezzo minuto abbondante.

Molto titubante anche sulla 7 perché non stimo le distanze. Riconosco abbastanza velocemente la buca con la roccia che mi dice dove sono, ma perdo un altro mezzo minuto dai migliori. E faccio peggio alla 8, dove mi faccio distrarre dalla vegetazione che rallenta la corsa, prima di aver impostato un azimut diverso, e finisco nel "tondone sbagliato". Assomiglia tanto al mio e ci sono anche delle depressioni, ma non c'è la lanterna. Ho la buona idea di guardare la bussola e capire da quella dove sono andato. A quel punto ci metto pochissimo a trovare la lanterna, ma mi sono giocato 1'20'' da GPM e 1'30'' da Stockmayer, che a quel punto sono primo e secondo. Io sono 18esimo.

Per la 9 non sono velocissimo, ma almeno sono preciso e per la 10 punto alla massima sicurezza allontanandomi dalla linea rossa per correre sul sentiero. È una buona idea, dato che con il secondo tempo di tratta mi ritrovo al 6° posto, però sbirciando la riunione tecnica della squadra della repubblica cèka la sera in ostello, scoprirò che c'era una molto più furba e altrettanto sicura scelta, che passava dal sentierino nel verde e poi dal semiaperto. E probabilmente Stock. sceglie quella dato che mi dà mezzo minuto.

A quel punto ho tanta confidenza con la carta (che è molto simile a quelle che mi hanno fatto impazzire gli anni scorsi!) che non so neanche bene cosa ho pensato per arrivare alla 11, ma ci arrivo praticamente diritto, e idem alla 12.


Per la 13 punto alla strada, uso il sentierino, mi appoggio al muretto e vado in cerca della bucona, mentre per la 14 opto per una prudentissima siesta mentale sulla strada, prima di osare nel semiaperto. Quando scarico la traccia del gps e vedo la dirittura il mio azimut fino al muretto, quasi mi commuovo, ma non così in gara, dove procedo deciso fino al punto, con il secondo tempo di tratta, nonostante la scelta pavida. Stock. probabilmente è meno pavido e sceglie una via più diretta, ma gli va malissimo e si gioca la gara impiegandoci 4' più di me e cadendo dal 1° al 5° posto. Io mi accomodo al terzo. Ma naturalmente lì per lì non lo so, anche se l'impressione di star facendo una bella gara ce l'ho.

La 15 è "muretti guided" e ci potrei arrivare anche più in fretta se lasciassi il sentiero un po' più avanti ed evitassi il verde 3, che non è impenetrabile, ma comunque non è ospitale. Per la 16 si va di bucona in bucona - con le quali siamo ormai diventati grandi amici - ma perdo un po' di tempo a cercarla nella doppia roccia subito prima, e Stock. ci mette 30'' meno di me (ma rimane dietro). 


Per la 17 eccedo di prudenza, andando alla strada e risalendo dalla valletta, "così do un occhio alla 20", mi dico per scusarmi (20 che non vedrò, però effettivamente aver visto dove non era mi aiuterà parecchio, dopo). La scelta non si rivela malissimo, dato che il solo solito Stock. fa meglio di me, di 20'' (ma rimane ancora dietro :-)). La 18 è ad uno sputo e alla 19 ho l'esame di maturità. Quando sono, secondo me, già nel cerchietto rosso, incontro Stefano Raus che mi dice che sono nel posto sbagliato e sto andando dalla parte sbagliata. Ho un'attimo di esitazione perché in effetti mi sembra di vedere più muretti di quelli che vedo in carta, ma poi decido di fidarmi di me e dopo un paio di secondi la trovo, con un più che rispettabile 3° tempo di tratta.

Mentre penso che OriRaus senza Marty è un po' stronzo, mi fiondo alla 20 che so dove (non) è, rapidissimo, ma ancora 4'' più lento di Stock. E altri 2'' mi darà alla 21, che è ormai solo da correre, mentre 2'' glieli darò io allo sprint finale.

Dopo la gara non vado subito a guardare lo schermo dei risultati live, perché voglio godermi la soddisfazione per aver corso la mia miglior gara di sempre a Lipica, senza farmi influenzare da quanto meglio o peggio hanno fatto gli altri. Quando incontro GPM però mi sembra stupido non chiedergli quanto ha fatto lui, e il suo tempo è meglio del mio di 1'20'', risultato che, in una cartina come questa, per me ha del fantasmagorico (l'anno scorso nella middle mi aveva dato 9' su 32 di gara).

Quando poi scopro che lui è primo e io terzo (con in mezzo il russo Babiev), sono felice come una Pasqua. Stockmayer è quarto, dietro di me di 6'', quindi il podio finale non è esattamente blindato, ma in realtà non avevo mai pensato di poter davvero competere con i primi a Lipica, quindi va benissimo così.

Una rondine non fa primavera, ma meglio una rondine che un pinguino.


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